Meditazione biblica

MUSICA, PASSIONE, DILETTO O SERVIZIO A DIO?

 

Molti versi nella Bibbia sono di esempio per conoscere e mettere in pratica gli insegnamenti biblici riguardo la lode e la musica nelle nostre chiese.

E’ fondamentale notare l’importanza che Dio dà alla lode ed alla musica così da non dimenticare lo scopo per cui essa viene eseguita. Nella Bibbia possiamo trovare numerosi versi a tale riguardo. In Efesini 5:18-21 è scritto: “Siate ripieni dello Spirito parlandovi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e salmeggiando con il vostro cuore al Signore; ringraziando continuamente per ogni cosa Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo; sottomettendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo”.

Nel Salmo 150 è scritto: “Alleluia. Lodate Dio nel suo santuario, lodatelo nella distesa dove risplende la sua potenza. Lodatelo per le sue gesta, lodatelo secondo la sua somma grandezza. Lodatelo con il suono della tromba, lodatelo con il Saltèrio e la Cetra. Lodatelo con il timpano e le danze, lodatelo con gli strumenti a corda e con il flauto. Lodatelo con cembali risonanti, lodatelo con cembali squillanti. Ogni creatura che respira, lodi il Signore. Alleluia”.

Per poter svolgere in modo corretto e biblico il servizio della lode è necessario istituire nelle nostre chiese, come nel passato, dei “Capi musici”, oggi denominati “Responsabili”, i quali debbono avere dei precisi requisiti tra cui, il più importante, quello di aver fatto una reale esperienza personale con Dio. Devono, inoltre, aver ricevuto il talento della musica, averlo esercitato per un periodo ed avere il desiderio di metterlo al servizio della chiesa, cioè di Dio, evitando ogni forma di esibizionismo che porterebbe ad un servizio privo di spiritualità e benedizione, in quanto condotto non secondo i canoni che Dio ha prestabilito.

In questi ultimi anni, però, stiamo assistendo ad un vero e proprio capovolgimento di queste semplici regole. Spesso la musica cristiana viene privata del suo reale significato e relegata a ruoli che non le appartengono, come ad esempio, quello di semplice intrattenimento.

Succede, a volte, che persone non qualificate vengano invitate ad unirsi al gruppo musicale della chiesa sebbene non abbiano ancora una esperienza tale, sia spirituale che tecnica, che gli permetta di capire l’importanza di quello che si stanno apprestando a fare. Questo succede perché si crede, erroneamente, che con tale sistema essi siano invogliati a non trascurare e, soprattutto, a non abbandonare le riunioni di culto. La Parola di Dio, però, c’insegna che la frequentazione delle nostre riunioni non deve essere stimolata da un qualcosa che ci attrae materialmente (come, appunto, la musica) ma, bensì, da un desiderio profondo di offrire un santo servizio a Dio.

Senza queste caratteristiche basilari qualsiasi servizio, dal più “umile” al più importante, risulta vano. Non dimentichiamoci, inoltre, che nella Parola di Dio si fa spesso riferimento alla maestria di coloro che suonavano e cantavano per la gloria del Signore. Questo non è un aspetto da sottovalutare. Ricordiamoci che il canto e la musica sono un importante mezzo attraverso il quale arriviamo ad avere comunione con Dio.

Questo è il motivo per il quale non ci si può improvvisare musicisti nella casa di Dio; è necessario che tra i componenti del gruppo musicale ci sia, come prima cosa, una salda intesa spirituale, completata da un’altrettanto salda intesa musicale consolidata nel tempo. D’altronde, anche al di fuori dell’ambito cristiano, per poter suonare in un’orchestra sono richiesti dei rigidi requisiti e, a volte, pur possedendoli, possono risultare insufficienti. Far parte di un insieme richiede ore di preparazione e di prove per il raggiungimento di una perfetta armonia. Neanche tra i professionisti più accreditati si è mai visto che un Direttore d’orchestra inviti un professionista nel pubblico a partecipare ad una esibizione da lui preparata, senza che l’invitato, ripetiamo, anche se professionista, abbia partecipato alle prove. A maggior ragione noi credenti, che offriamo un servizio a Dio e alla comunità, dovremmo, in primo luogo, farlo oggetto delle nostre preghiere e, non ultimo, prepararci accuratamente, consapevoli che la nostra lode salirà fino al cospetto del nostro Signore. Questo discorso è naturalmente esteso anche a coloro che si accingono ad usare non uno strumento musicale fabbricato dall’uomo ma quello strumento che il Signore ha donato a tutti noi: la “voce”. Cantare a Dio con maestria è altresì importante ma, per fare arrivare la nostra lode a Lui, ricordiamoci che le corde da far vibrare non sono solo quelle vocali ma, soprattutto, quelle del nostro cuore.

A volte, in assenza di queste caratteristiche, è meglio ridurre il numero dei partecipanti ad una corale piuttosto che formare un grande gruppo interessato più alla parte tecnica che a quella spirituale.

Un altro aspetto che vogliamo analizzare insieme, sono i testi dei cantici che vengono innalzati nelle nostre comunità i quali dovrebbero, come prima cosa, essere ispirati dallo Spirito Santo. Il messaggio che viene espresso può essere di varia natura e gli esempi più importanti che possiamo osservare li troviamo nel libro dei Salmi.

Questo dovrebbe rappresentare la normalità per noi credenti: dare più rilievo al testo che non alla parte musicale. Purtroppo, a volte, non è così. In questi ultimi tempi la musica sta prendendo il sopravvento sul messaggio centrale dei cantici innalzati nelle nostre chiese; viene data molta più enfasi all’aspetto sonoro cercando, spesso, dei consensi personali (come, ad esempio, gli applausi) e spettacolarizzando ciò che invece dovrebbe essere un umile servizio a Dio. Tutto questo relega il resto dei credenti a semplici spettatori, togliendogli la possibilità, come nella realtà dovrebbe essere, di partecipare attivamente, cioè cantando, alla lode del nostro Signore. Naturalmente il risultato che si ottiene dopo una simile esibizione si riduce ad un consenso prettamente materiale poiché la parte spirituale è stata assolutamente messa da parte.

Il canto e la musica devono essere congiuntamente guidati dallo Spirito Santo; essi sono il mezzo che ci porta all’adorazione e alla lode e preparano il cuore alle tante manifestazioni spirituali nelle nostre riunioni fino a guidarci all’ascolto della Parola di Dio. Dobbiamo, quindi, assumerci la responsabilità di non inserire elementi non idonei nel coro e/o nel gruppo musicale, se essi non hanno il desiderio nel cuore di servire il Signore con questa attitudine.

Coloro che svolgono un servizio nella chiesa sono chiamati ad essere i primi a dare un esempio di frequentazione assidua alle riunioni. Capita, però, che alcuni musicisti siano presenti solamente la domenica trascurando le non meno importanti riunioni infrasettimanali. Cosa penseremmo di un predicatore costantemente assente che durante un suo sermone ci ricordasse i versi del Salmo 133 che recitano: “O quanto è buono e quanto è piacevole che i fratelli vivano insieme”? Non pensate che sarebbe un paradosso? Naturalmente stiamo parlando di assenze volontarie e non dovute a degli obblighi lavorativi o a problemi di salute.

Nelle nostre comunità ci sono molteplici compiti da svolgere. Ricordiamoci sempre che il nostro Signore è un Dio di ordine e non di confusione; la musica è parte integrante nel servizio a Dio come lo è, ancor di più, la diffusione della sua Parola e tutto il resto di ciò che si svolge per la lode e gloria del nostro Signore.

Conclusione:

Con questa breve meditazione non vogliamo affermare che non ci siano cori o gruppi musicali consacrati al Signore che svolgono il loro compito con preghiera, assiduità e riverenza, mettendo il talento che Dio ha loro donato al Suo servizio. Occupiamoci di incoraggiare tutti coloro che hanno questo desiderio ma cerchiamo di evitare gli errori commessi nel passato, avendo come unico scopo quello di mettersi al servizio, a seconda dei compiti affidatici, dal nostro Signore.